QUANDO L’ACCOGLIENZA DIVORA E L’ASSENZA SVUOTA
Il dibattito sull’immigrazione in Italia è un teatro dell’assurdo in cui la classe politica si cimenta in un lassismo infantile e suicida. Da un lato, abbiamo la Sinistra dell’ “accoglienza senza se e senza ma”, un approccio emotivo e ideologico che, nei fatti, genera solo sacche di povertà e instabilità sociale. Dall’altro, una Destra intrappolata nel populismo da bar, capace solo di alzare la voce senza proporre soluzioni strutturali, finendo per avallare norme che – non nascondiamocelo – servono solo a garantire un serbatoio di manodopera a basso costo, un perverso sfruttamento mascherato da necessità economica.
I numeri crudi dell’ISTAT non mentono e svelano la tragedia nascosta di questo approccio.
La Nazione che accoglie: Un’Italia più povera per tutti
Il rapporto ISTAT 2024 sulla povertà assoluta è una pugnalata nel fianco dell’illusione migratoria: su 5,7 milioni di individui in povertà assoluta, oltre 1,8 milioni sono stranieri, una quota pari al 35,6% del totale degli stranieri residenti. Questa incidenza è cinque volte superiore a quella degli italiani (7,4%).
Ma il dato più bruciante – quello che i giornali allineati “tacciono” – è la sproporzione che ricade sugli italiani meno abbienti. L’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri è del 35,2%, contro il 6,2% delle famiglie di soli italiani. Come ha giustamente rimarcato il Secolo d’Italia, chi mantiene questo esercito crescente di nuovi poveri? Sono i servizi sociali, i sussidi e l’assistenza, finanziati dai contribuenti italiani, in primis dai poveri italiani che vedono le proprie già scarse risorse ulteriormente diluite.
L’idea che l’immigrazione incontrollata sia la panacea per pagarci le pensioni è drammaticamente smentita dai fatti. Stiamo importando, in un contesto di crescenti tensioni economiche dovute alla guerra in Europa e alle politiche suicide dell’Unione Europea (come il Green Deal 2035) che affossano l’industria, non forza lavoro qualificata o realmente integrabile, ma in larga parte nuova povertà strutturale. L’accoglienza, in questo modo, non è un atto di solidarietà, ma un fallimento sistemico che destabilizza il Paese ricevente, aumentando la pressione sui ceti più deboli, italiani e stranieri.
La Nazione che svuota: Emorragia di risorse giovanili
Il problema non è a senso unico. Se l’Italia “importa” povertà, la sta anche “esportando” attraverso la fuga di cervelli. I nostri giovani laureati e talentuosi sono costretti a cercare stipendi e opportunità adeguati ai loro studi e alle loro legittime aspettative di qualità della vita all’estero.
Mentre l’Italia si dibatte nell’accogliere flussi caotici, perdiamo il nostro capitale umano più prezioso. Questa doppia emorragia è il segno di una nazione incapace di valorizzare i propri figli e di gestire i propri confini con pragmatismo e lungimiranza.
E le nazioni di origine? Per Paesi come il Senegal, un tempo terre di emigrazione, l’assenza delle risorse giovani e capaci rappresenta un impoverimento del patrimonio umano e culturale, rendendo di fatto impossibile la creazione di una classe dirigente e produttiva locale. La politica remigratoria senegalese, che incoraggia il rientro della diaspora, è l’amara ammissione che l’emigrazione massiva è un fenomeno disastroso e deleterio anche per gli Stati di origine.
Remigrazione e Riconquista: Una proposta di buonsenso contro il caos
È ora di abbandonare l’ideologia e l’opportunismo politico per affrontare il fenomeno migratorio con buonsenso e zero razzismo, ma con assoluta fermezza e realismo. Il caos attuale è spinto da un globalismo cieco e da interessi opachi, se non criminali, che usano gli esseri umani come merce.
La risposta non può essere né l’utopismo buonista né la repressione fine a sé stessa, ma un percorso di regolamentazione rigorosa e di inversione di tendenza.
Una speranza viene dal Comitato per la Remigrazione e Riconquista con la sua proposta di Progetto di Legge d’iniziativa popolare per la Remigrazione, un primo passo per uscire dal pantano, questi alcuni dei 10 punti:
- Controllo dei Flussi Migratori: Urge una revisione normativa che stabilisca soglie di ingressi sostenibili e che distingua con rigore l’immigrazione regolare da quella irregolare. L’istituto della ricongiunzione familiare non può essere una scorciatoia per aggirare i limiti. Vogliamo ingressi di cui la nazione necessita, non flussi subiti.
- Confisca contro lo Sfruttamento: L’immigrazione irregolare è un business per pochi. Serve l’inasprimento delle sanzioni patrimoniali e l’estensione della confisca (anche preventiva) per colpire chi trae profitto illecito dal traffico di esseri umani e dallo sfruttamento del lavoro. Colpire i profittiè l’unico modo per neutralizzare le mafie e i cinici imprenditori senza scrupoli.
- Espulsione degli Irregolari e di chi commette Reati: L’esecutività dei provvedimenti di espulsione è una chimera in Italia. Servono investimenti operativi e l’espulsione obbligatoria e immediata di qualsiasi straniero autore di delitti, con un divieto di reingresso di almeno 10 anni. La sovranità di uno Stato si misura dalla capacità di far rispettare le proprie leggi e i propri confini.
- Istituto della Remigrazione: Dobbiamo introdurre un meccanismo per incentivare attivamente il ritorno degli stranieri nei Paesi d’origine. La Remigrazione non è un’espulsione forzata di massa, ma uno strumento di governo dei flussi che riconosce il fallimento dell’integrazione forzata per chi non è riuscito o voluto integrarsi.
- Patto di Remigrazione Volontaria: Una soluzione di reciproco interesse: lo straniero regolarmente soggiornante in Italia che decide di rientrare riceve un contributo economico per il rimpatrio in cambio della rinuncia definitiva e irrevocabile a ogni diritto di soggiorno e cittadinanza in Italia. È una via d’uscita dignitosa per chi non ha trovato qui la realizzazione sperata e un risparmio per la collettività.
Basta con la demagogia e il politicamente corretto che condannano l’Italia a importare povertà e a esportare talenti. Serve un atto di coraggio e un percorso di Remigrazione e Riconquista per ripristinare la dignità della Nazione e la sicurezza sociale per tutti, italiani in primis.
Alfredo Durantini
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