COMUNICATO STAMPA
Dispiace doverlo ammettere, ma, almeno questa volta, ha ragione Paolo Bolognesi, quando accusa Fratelli d’Italia di ipocrisia, nell’interpretazione storica e politica della Strage di Bologna. Se si accettano i verdetti sull’attentato alla stazione, infatti, se ne devono accettare anche le motivazioni, magari chiedendo scusa – e, forse, le scuse neanche basterebbero, se fosse sincera questa “conversione” – per aver additato come “teoremi politicizzati” ciò che oggi si assume come verità processuale e storica. A Roma come a Bologna, da Giorgia Meloni a Ignazio La Russa, per finire a Galeazzo Bignami, contrariamente a quanto ora vanno sostenendo, sono tantissimi gli esponenti dell’attuale “destra di governo” che, quando era all’opposizione, sostennero la battaglia per la verità su quella tragedia e fino a pochissimo tempo fa, costituendo anche un “gruppo interparlamentare” sul tema, promosso da Federico Mollicone e Paola Frassinetti.
Un gruppo che contestava i processi di Bologna, essendo già passate in giudicato 2 delle quattro sentenze (quella a carico di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro e quella a carico di Luigi Ciavardini) ed essendo già note le ricostruzioni, in base alle quali erano stati condannati in primo grado Gilberto Cavallini e Paolo Bellini. Per tanto, oltre a essere misteriosa l’origine dell’illuminazione che avrebbe portato coloro che hanno sempre sostenuto il contrario, a credere nell’esattezza del teorema che è stato elaborato dai magistrati bolognesi sull’attentato alla stazione, diventa incomprensibile il fatto di non trarne le conseguenze, come sostiene Bolognesi.
Di contro, tutto quanto è emerso proprio negli ultimi due dibattimenti e che è stato incredibilmente tralasciato da una magistratura molto più attenta agli equilibri e alle esigenze della politica, piuttosto che all’accertamento dei gravi fatti che condizionarono il nostro Paese tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, non fermerà il lavoro di quanti si sono impegnati e sono ancora impegnati per smascherare il più grande depistaggio compiuto nelle aule della giustizia nostrana.
L’ignavia e la codardia morale, intellettuale e politica di chi, dopo aver sostenuto questa battaglia a meri ed evidenti fini elettoralistici, quando Fratelli d’Italia era solo una piccola realtà del panorama politico, oggi abbandona il campo in nome del quieto vivere, può aver sottratto certamente qualche energia, al fronte di coloro che vogliono scoperchiare l’indecente scrigno di menzogne riempito in questi quattro decenni, ma di sicuro non ha scalfito minimamente la determinazione di quanti, con coerenza, dignità e capacità non comuni hanno continuato e continuano a indagare sulla Strage di Bologna, sui veri responsabili dell’attentato e sulle manovre di deviazione che hanno consentito l’affermazione di una montatura mostruosa che non solo fa ricadere su persone estranee all’attentato la responsabilità dello stesso, ma continua a proteggere gli assassini e i loro complici annidati nelle istituzioni della Repubblica.
Lo dichiara Massimiliano Mazzanti, segretario regionale di Indipendenza!
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema:
Fratelli di ITALIA attrae i voti di una borghesia che ha già votato tutto ed il contrario: barattera’ ogni posizione in cambio della stabilità LA riforma della MAGISTRATURA potrebbe e dovrebbe mostrare il vero volto degli italiani LA violenza della propagande MAINSTREAM si abbatterà senza pietà Lugubri personaggi come il bieco presidente dell associazione bolognese sputeranno i veleni progressisti Acidissimi Vedremo