Nel precedente articolo ho segnalato che in Francia il popolo è sull’orlo della sollevazione al grido di «Macron dégage!» (Macron sgombera!), avendolo identificato come il responsabile dei gravi disagi, delle ingiustizie sociali e dell’insicurezza che i francesi sono costretti a sopportare.
Ho persino immaginato/sperato che il popolo francese si decidesse ad insorgere perché potrebbe essere l’innesco di proteste suscettibili di cambiare l’andamento delle cose (un po’ sotto tutti gli aspetti della nostra vita: politico, sociale, finanziario, giuridico, di sicurezza, etc.) che si è instaurato nei paesi della UE come una sorta di tumore che si avvia a diventare cancro.
Certo però che, anche se noi italiani abbiamo un governo non delegittimato come quello francese, i disagi che siamo costretti ad affrontare in termini di servizi sociali, serietà delle istituzioni, mendacio di una parte consistente del comparto mediatico, inaffidabilità della giustizia, mancanza di sicurezza, etc. sono enormi e se si fa il raffronto tra il compenso di un parlamentare e lo stipendio di un padre di famiglia (che per di più viene schernito da qualche deficiente che lo considera un retrogrado e tirranico patriarca) si precipita nella più bieca ingiustizia sociale, quella che – secondo la vulgata rivoluzionaria – due secoli e mezzo fa innescò una rivoluzione culminata con il regicidio.
Se, come ho commentato in quell’articolo, il popolo francese sta lì lì per insorgere contro quel capetto che si atteggia a capataz che é il loro presidente smargiasso, gli italiani dabbene (quindi escludo la sinistra, ormai accucciata ai voleri dei centri sociali) si degnassero di scendere in piazza per manifestare il loro disappunto in maniera civile ma risoluta evitando fischietti, tamburelli, striscioni con frasi banali (all’uso dei perditempo della sinistra) ma con la nostra bandiera e fossero disposti a non schiodare da quelle piazze resistendo ai richiami da minaccia e/o piaggeria, il segnale che giungerebbe al Governo, alla Presidenza della Repubblica (da troppo tempo sfuggevole ed eterea), ma anche agli altri popoli di questo postribolo che é la UE, sarebbe trainante.
«Italia in piedi, bandiere al vento»
«Italia in piedi, bandiere al vento»
Corrado Corradi
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