Uno slogan (“Uccidere un fascista non è reato”) e un nome al plurale (“Boldrini”) sono sintetici¹ con gli assassinii di Charlie Kirk e Iryna Zaruska. Charlie è stato ucciso da un proiettile sparato da un antifascista omosessuale, mentre Iryna è stata accoltellata in metropolitana da un senzatetto nero che ha dichiarato di odiare i bianchi.
Lo slogan assassino, mai condannato dai vari movimenti “antifa” e che da oltre 60 anni riecheggia nelle piazze e nei cortili dei centri sociali, è stato messo in pratica. Ecco l’ennesimo “fascista” eliminato da un antifascista, così tanto antifascista da essere anche contrario alla famiglia naturale, convivendo con un trans. Quindi, per l’odio viscerale di quest’ultimo, c’è una doppia “attenuante”: Kirk, oltre a essere “fascista”, era anche un sostenitore della famiglia composta da padre, madre e figli.
Qualcuno, come Odifreddi, ha persino trovato la quadra per l’omicidio: “chi semina vento raccoglie tempesta”. Secondo la logica (materia in cui Odifreddi è esperto), Kirk si è cercato la sua uccisione. E contemporaneamente, quel professore si è guadagnato un’altra specializzazione: quella in maramalderia applicata.
IL DOPPIO STANDARD DELL’INGINOCCHIAMENTO
Quanto al nome (declinato al plurale), che rappresenta il pensiero “woke” in Italia e che, assieme ad altri opinion maker di quel movimento, è altrettanto “sintetico” con l’assassinio della Zaruska, è “Boldrini”. Con questo termine si intendono coloro che hanno dato il via a quella infausta quanto carnevalesca manfrina, inaugurata proprio dalla senatrice del PD, di inginocchiarsi per manifestare vergogna per i crimini (troppo spesso solo supposti) che noi bianchi – tutti noi bianchi – avremmo commesso nei confronti dei neri.
E infatti per Kirk e la Zaruska non c’è stato alcun “boldriniano” inginocchiamento, forse perché Charlie e Iryna sono considerati dal “boldrini-pensiero” “figli di un Dio minore”, o forse perché la smania di inginocchiarsi, evidentemente legata a un atteggiamento modaiolo, è andata scemando col tempo.
¹ Secondo l’origine della parola, “sintetico” è “che viene da una sintesi” o “fondato su una sintesi”.
Corrado Corradi
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