In ogni talk-show continua a tener banco la questione immigrazione clandestina che personalmente non esito a definire delinquenziale, sia per prefazione (giungono da noi in maniera truffaldina) sia perché appena giunti danno la peggior prova di sé, comportandosi in maniera sprezzante quando non da delinquenti.
Assodato ormai che il fenomeno è alla base del deterioramento della sicurezza dei cittadini e dello sconquasso del mondo del lavoro, chi sostiene la liceità dell’immigrazione clandestina non trova di meglio che confondere le acque tra immigrati regolari e immigrati delinquenti, con una spruzzatina di disonestà cialtronesca per cui «anche gli italiani delinquono». E sai che scoperta!
Solo che a fronte di svariate decine di milioni di italiani, la parte del leone nei delitti di rapina, stupro, violenza, furto con scasso e pure quello con zero destrezza e tanta violenza, la fanno i 500 mila immigrati clandestini delinquenti, ai quali si aggiungono “italiani” che italiani non voglio essere, oppure lo vogliono essere a modo loro, ossia i maranza, i quali pretendono di adattare consuetudini e leggi italiane alla loro colpevole mancata integrazione.
Ora basta!
Basta! Non se ne può più della delinquenza straniera e lo dico da persona che vive in un paese del Nord Africa e che sa che quei migranti sono delinquenti che fuggono da casa loro per non pagare il fio delle loro azioni; persone che giungono da noi per meglio delinquere potendo far la voce grossa.
Ma, se provo stizza e collera nei confronti di quei delinquenti, peggio mi sento per la complicità di italiani che hanno in uggia il fatto di esserlo e anelano al sorpasso antropologico da parte di altre stirpi immaginando, nella loro testolina vuota, che questo migliorerebbe la nostra etnia e per di più ci garantirebbe la pensione.
Basta! Perché è ora di spezzare quelle catene pseudo-culturali (woke ecc.) con le quali ci stiamo lasciando legare mani e piedi da una minoranza di deficienti (1) per cui: «i migranti sono l’avanguardia del nostro futuro… e contribuiscono con l’8% del PIL» (affermazione di una infinita idiozia espressa dalla signora Boldrini già Presidente della Camera dei Deputati).
Basta! Vogliamo proprio farci sostituire da gente di malafede e malaffare che cova complessi di rivalsa nei nostri confronti per questioni datate e ideologicamente strumentalizzate come le crociate o il colonialismo? Oppure come lo schiavismo, troppo spesso praticato in primis proprio dagli avi di quella gente (e in certi paesi ancora in auge), quando da noi è stato rigettato moralmente 2000 anni fa e cassato legalmente da almeno 200 anni?
Basta con il bidet alle nostre coscienze, non sono pulite, ma non sono più sporche di quelle di quegli individui che giungono da noi tronfi di un revanscismo alimentato dal pensiero woke che più «falso e bugiardo» non si può.
Politici ignavi
É ora di dire, ma soprattutto far capire, a un centro-destra propenso a fare il pesce in barile e a una sinistra il cui programma va al traino di una vuota ideologia alla moda, che gli italiani dabbene ne hanno le tasche piene di questa situazione.
Ne hanno le tasche piene di essere la cenerentola di un paese dove migranti delinquenziali, zingari e auto-emarginati di seconda generazione, con la complicità di una sinistra infida e una destra renitente, dettano le regole del gioco.
É da tre decenni che da noi arriva il peggio dei migranti, invitati dalla peggior politica del centro-destra e della sinistra (la prima renitente e la seconda infedele, infida e rinnegata).
La renitenza del centro-destra e la maramalderia traditrice della sinistra sembrano giocare di sponda affinché si realizzi quella situazione descritta dal Manzoni il quale si chiede chi possa aver detto allo straniero: «Va, raccogli dove arato non hai / spiega l’ugne: l’Italia ti do».
In Piazza!
Gli italiani siamo noi, gli altri sono ospiti e da ospiti devono comportarsi altrimenti: in piazza!
Tutti in piazza e facciamoci contare; l’italiano, spesso individualista, sa «stringersi a coorte» quando giunge il momento del confronto e il momento del confronto è giunto, non si tratta di promuovere sommovimenti di piazza con tanto di forconi (se continuiamo così ci arriveremo comunque) ma di palesare in piazza quello che essi più di tutto temono: il numero. Il numero di italiani che non sopportano più immigrati delinquenziali, zingari, maranza e politici renitenti che rimangono sordi “…. al lamento di dolore che da più parti d’Italia si leva verso di loro”.
Il numero, l’unico indicatore che fa capire loro che si sta avvicinando il tempo dei forconi.
Corrado Corradi
(1) Absit iniuria verbis, deficiente come participio presente di deficiere ossia la deficienza di conoscenza dei concetti relativi alla questione.