Che a Natale, tradizionalmente, cresca la “voglia di pace e serenità” è probabilmente una banalità che però, in questo momento storico, si rivela un segnale positivo e una…novità.
La disponibilità a sostenere l’Ucraina “fino alla vittoria” diminuisce drasticamente nell’Europa occidentale, secondo il sondaggio YouGov proposto da The Guardian, la fine negoziata della guerra con la Russia è l’opzione preferita in quattro paesi su sette.
Il sondaggio di dicembre condotto da YouGov in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Danimarca e Regno Unito ha rilevato che il desiderio dei cittadini di sostenere l’Ucraina fino alla vittoria – anche se ciò significava prolungare la guerra – era crollato in tutti e sette i paesi negli ultimi 12 mesi. Questo mentre il ritorno di Trump alla Casa Bianca mette in discussione la disponibilità USA a sostenere ulteriormente Zelenskyy.
La fine del conflitto attraverso dei negoziati che lasciasse la Russia il controllo di larga parte dell’Ucraina è l’opzione preferita in Germania, Spagna, Francia e Italia.
Italia dove il 55%, ovvero la maggioranza assoluta del campione, in modo bipartisan è favorevole alla fine dei combattimenti e a negoziati con la Russia.
Una maggioranza antitetica alle politiche di governo e opposizioni che hanno dilapidato miliardi di euro in un sostegno militare a dir poco suicida.
Gli italiani bocciano e censurano FdI, PD, centro destra e centro sinistra e frattaglie europeiste tutti fortemente schiacciati sul “partito della guerra” anglo americano.
Gli effetti economici della guerra, conto terzi, alla Russia sono talmente evidenti nella quotidianità dei cittadini da essere incomprensibile la sudditanza dei partiti (sovranisti o meno poco o nulla cambia) alle scelte della presidenza Biden e della Nato se non accettando il “tradimento” dei leader politici nazionali.
Vedremo se i leader nostrani troveranno la scintilla vitale per far si che l’Italia abbia una posizione in linea con le necessità del popolo italiano.
Infatti, come scrive The Guardian, “Trump si è vantato, senza fornire dettagli, di poter porre fine alla guerra, in 24 ore, e il suo inviato per l’Ucraina, Keith Kellogg, si recherà nelle capitali europee all’inizio di gennaio. Gli analisti hanno espresso dubbi sul fatto che il presidente russo, Vladimir Putin, avvierà i colloqui a condizioni che siano in qualche modo accettabili per Kiev. Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelens’kyj, ha accolto con favore la vittoria di Trump in mezzo all’esasperazione per la politica incrementale e la strategia di “gestione dell’escalation” dell’amministrazione Biden uscente.”
In compenso l’Europa politica continua a sostenere una ipotetica “vittoria ucraina” nei fatti altamente improbabile nonostante i problemi economici creati dai costi impazziti dell’energia, della perdita di fatturato delle principali industrie e della recessione ormai evidente in Germania e Francia (quest’ultima legata anche alle politiche di transizione green).
Questo nonostante i numeri riportati dal The Guardian che dovrebbero dissuadere l’élite europeista dal proseguire dal soffiare sul fuoco.

Non basta, ai rappresentanti del popolo democraticamente eletti, sapere che la volontà di sostenere l’Ucraina se è rimasta alta in Svezia (50%) e Danimarca (40%), con il Regno Unito al 36%, questi livelli sono diminuiti di ben 14 punti rispetto ai dati di gennaio scorso.
E che, nello stesso periodo, le percentuali che affermano di preferire una pace negoziata sono aumentate al 55% dal 45% in Italia, al 46% (dal 38%) in Spagna, al 43% (dal 35%) in Francia e al 45% (38%) in Germania. accompagnato da una corrispondente caduta nella disponibilità a sostenere l’Ucraina fino alla vittoria.
A Natale, in Italia, la voglia di pace è cresciuta in modo significativo ed ora il governo, di centro destra, prenda atto della volontà popolare e si comporti di conseguenza
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