Un necessario chiarimento sui disgustosi palpeggiamenti di gruppo, avvenuti in Piazza Duomo a Milano la notte dell’ultimo dell’anno.
Quegli episodi non sono attribuibili a un modo islamico di rapportarsi dei giovani musulmani con il gentil sesso, e meno ancora a una sorta di rito che dimostrerebbe la misoginia dell’Islam.
Se ci arrocchiamo su questi pregiudizi non caviamo un ragno dal buco.
Quei giovani, nel loro paese, non ci penserebbero nemmeno lontanamente a palpeggiare una donna perché, per cultura imposta, sanno che sarebbero presi a sonori ceffoni dai famigliari, vituperati dai conoscenti e perseguiti (eccome!) dalla giustizia.
Quello che è avvenuto quella notte a opera di uomini scaduti al rango di babbuini, non è attribuibile alle consuetudini musulmane ma a un pensiero comune che alberga nelle menti di quella genia di persone, mi riferisco soprattutto ai giovani maghrebini ai quali noi abbiamo riempito la testa di idee suscettibili di suscitare in loro un forte sentimento revanscista nei confronti di tutti noi feroci crociati e perfidi razzisti colonizzatori. Questi giovani, eccitati da una società lassista che hanno in uggia ma che lascia intravvedere la certezza di non pagare il fio delle proprie azioni, si sentono autorizzati a sbracare quando non a prevaricare.
I nazareni
Il basso ragionamento che sta alla base del comportamento di quei babbuini è semplice (e risuona nei loro capannelli), che qui provo a riassumere come se fossi uno di loro: “i nazareni (1) ci hanno invasi dai tempi dei crociati e poi ci hanno oppresso e impoverito con il colonialismo; loro stessi ammettono le loro colpe; sono una genia immorale, noi invece siamo una civiltà moralmente più sana, e veicoliamo l’unica vera religione; basta vedere come si comportano le loro donne e come sono renitenti i loro uomini” . Qui mi fermo, per non dover ricorrere a dei termini triviali.
É ovvio che non tutti i maghrebini che stanno in Italia ragionano così, perché trattasi di gente educata al rispetto della tradizione, degli anziani e delle donne identificate con la figura della madre, della sorella e della moglie, ma, purtroppo, a furia di foia immigrazionista abbiamo permesso l’accesso a una gioventù troppo spesso ai margini della loro società quando non addirittura reietta.
Aiutiamo gli immigrati per bene
Quei giovani babbuini in casa loro prenderebbero ceffoni, cosa aspettiamo dunque a rifilarglieli? Altro che vuote e mendaci considerazioni sull’integrazione!
Aiutiamo gli immigrati per bene e già sulla via della integrazione, mantengano le loro tradizioni ed educhino i loro giovani al rispetto dell’Italia e della sua identità; questo è l’unico modo affinché possano sentirsi parte integrante della nostra società, pur nella loro specificità. Ma, nel contempo, iniziamo a respingere senza tentennamenti la marmaglia già importata e quella che sbarca clandestinamente sulle nostre coste andando a riempire di balordi le nostre città.
Corrado Corradi
Nota 1: in seno al mondo arabo islamico noi cristiani siamo indicati come “N’srani” ossia nazareni.
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Interessante e nuova analisi, ottimo punto di vista, ammazza preconcetti stereotipi. Condivisibile al 90%. G. Vigni
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