Sanremo: vince Angelina Mango ed è un’ottima notizia – Signore e signori, lo spettacolo è finito! E come è finito! Stavolta, San Remo, quello vero, quello che dimora in cielo, ha compiuto un miracolo: il festival della canzone l’ha vinto una ragazza che se lo è meritato!
Vittoria rotonda
Pienamente meritato e in modo tutto sommato inaspettato e imprevedibile. In primo luogo, perché Angelina Mango sa cantare ed è intonata. Può sembrare banale e può sembra scontato, ma andate a rivedere molte delle precedenti edizioni recenti: quante volte si è visto salire sul podio più alto gente che le note, il più delle volte, avrebbe potuto prenderle facilmente giusto a scuola, nel registro?
Solo musica, senza ideologia
In secondo luogo, ha vinto una persona che si è presentata senza arroganza; senza messaggi extramusicali da imporre con la prepotenza dell’immagine video in prima serata; senza atteggiamenti strafottenti verso il pubblico o i conduttori e vestita con un’eleganza tutto sommato sobria, pur nella giusta volontà di abbellire, aggraziare e far risaltare anche la sua gradevolezza fisica. Inoltre, mentre altri hanno tentato di catturare l’attenzione con “dress code” – come si usa dire oggi – ispirati alle proprie personali tendenze ideologiche; oppure recitando a pappagallo stucchevoli messaggi pseudo-politici sulla violenza di genere o mostrando tatuaggi contro il “patriarcato” o ancora profondendosi in effusioni non richieste; la Mango ha emozionato tutti, fuori e dentro l’Ariston, con una magistrale interpretazione – per altro, adattata alla sua voce e al diverso significato che la canzone scelta avrebbe assunto quella sera – di un pezzo che ha incarnato perfettamente il doloroso amore di una figlia per il padre che non c’è più.
Era ora!
Un piccolo monumento – ammettendo ormai che anche la musica leggera possa costruire monumenti – a quell’amore familiare tradizionale che oggi si pretende sempre e solo di rappresentare malato, pericoloso, foriero di ogni perversione, repressione e dimensione retrograda del vivere. Allora, sì, spettacolo finito, ma, a coglierne un qualcosa di positivo, nella migliore delle maniere, esaltando una ragazza che canta che “soffrire fa le gioie più grandi” a chi “parla solo di business”.
Massimiliano Mazzanti