Comuni: un sistema marcio
Il sindaco di Venezia è nei guai, poveretto; mi vien quasi da pensare … “che sfortuna”!
Nel mare degli amministratori “problematici” ne hanno pescato uno. Se solo si volesse ampliare la rete chissà quanti pesci verrebbero catturati!
Chi abita come me in Comuni piccoli o microscopici sa perfettamente che la corruzione è un gioco che i singoli cittadini intrattengono personalmente con le amministrazioni le quali, se vogliono sperare in una rielezione, a quel gioco devono adeguarsi.
Una sorta di associazione do ut des, ormai totalmente normalizzata, nella quale i più influenti politicamente, gli amici degli amici, i compagni di ventura e di merende pretendono ed ottengono dai sindaci favori personali di qualsivoglia genere.
Il sindaco è felice di offrire tali benefit alla sua ciurma per garantirsi la rielezione o una solida base per futuri obiettivi.
Prove che non si trovano
Tutti sanno, ma nessuno parla e se qualcuno volesse parlare e denunciare, sa che scovare le prove è facile quanto trovare il Sacro Graal.
E così avviene che il sindaco del piccolo centro (e qui non vado di fantasia … credetemi, voi cittadini delle megalopoli!), con i soldi pubblici (ca va sans dire), mette a posto la steccionata dell’amico, asfalta la strada del cugino, costruisce il muretto del sodale, sposta le direzioni di marcia per far felice l’amico commerciante, concede e vieta secondo logiche che definire paramafiose è pesante, ma veritiero.
Un amministratore che usa i beni del Comune per imbarazzanti fini personali, impone la tassa di soggiorno personalizzata, non vede le infrazioni del compagno di partito, rilascia permessi fantasiosi, interpreta i regolamenti comunali secondo ispirazione giornaliera, manovra, fa, disfa, dimentica, posticipa, affretta in un delirio di onnipotenza nel quale sovente sono coinvolte anche le opposizioni perché anche le opposizioni sono fatte di uomini e gli uomini “tengono famiglia”: quando il paese è piccolo e la gente mormora, bene è non farsi troppi nemici …
il sindaco è lo zio del fratello del cugino del pronipote di zia Rosanna che ha promesso il posto fisso alla nipote del consigliere di opposizione e il consigliere di opposizione, poveretto, che può fare se non diventare amico del sindaco?!
Le promesse indebite
Nei grandi Comuni capita più raramente che la partita della disonestà si giochi su faccende di calibro minuto anche se ovunque il posto fisso è moneta di scambio ufficiale come il dollaro; a Venezia, repubblica marinara che guarda da sempre ad Oriente, si rispettano le tradizioni e ci si accorda con l’imprenditore Ching Chiat Kwong al quale si promette, quando costruirà in una certa area casualmente ex proprietà del sindaco, non ingerenza su noiose questioni legali.
Per aiutarlo a decidere Brugnaro pare gli abbia venduto palazzo Papadopoli a 4 milioni in meno dell’effettivo valore … una spintarella, una pacca sulla spalla, un “aiutino da casa”!
Uno degli assessori, nel frattempo, chiede l’elemosina al magnate. Pare si sia accontentato, anima umile, di 70.000 euro di consulenze mai effettuate.
La corruzione dei piccoli Comuni è esattamente come la microcriminalità; infinitamente più fastidiosa ed avvilente per il cittadino perché si gioca sui suoi interessi personali, sulla sua esperienza quotidiana, sui suoi diritti negati per avvantaggiare l’amico, il sodale, il compagno del piccolo potente di turno; contro queste ingiustizie, contro questi favoritismi, contro queste ladronerie bastarde, il cittadino nulla può.
L’inciucio col magnate d’Oriente, nella sua gravità, tocca di meno di quello col capò della sezione paesana del Pd che ha assicurato il figlio in un ufficio della Comunità montana e che si fa costruire il pozzo dal sindaco mentre tu, senza santi in paradiso, hai il ragazzo disoccupato e il pozzo, se lo vuoi, te lo paghi.
E senza fondo è il pozzo di questa piccola, maligna, infestante corruzione, al momento totalmente dimenticata.
di Irma Trombetta
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema: