L’Apostolico ne libera altri quattro – Iolanda Apostolico, giudice di Catania finita al centro delle polemiche per via delle sue sentenze che hanno disapplicato il decreto Cutro (nonché per le sue frequentazioni di certe manifestazioni di estrema sinistra) non demorde e rilancia la sfida al governo.
La sfida al governo
Chiamata a giudicare la congruità del fermo disposto dal Questore di Ragusa nei confronti di 4 clandestini africani, si è infatti nuovamente opposta, non convalidandolo e disponendo la liberazione immediata.
Una vera e propria crociata di sinistra da parte di certa magistratura politicizzata, che abusa del proprio potere per sfidare apertamente l’Esecutivo di centrodestra.
Un copione già visto e rivisto mille volte, che demarcazione nettamente una fattura rilevante tra poteri dello stato.
Da tempo immemore, d’altronde, la magistratura fa politica, perseguendo l’ideologia della sinistra più deteriore.
Il governo, dal canto suo, ne è consapevole, per cui dovrebbe approntare le contromisure necessarie.
Cosa fa la Meloni?
Fin qui, dunque, nulla di nuovo sotto il sole. Resta il dubbio del perché, però, la Meloni ed i suoi non facciano nulla di concreto per quantomeno tentare di fermare la deriva dell’Apostolico.
Anche perché ne va della tenuta stessa di un decreto-legge fortemente voluto dallo stesso centrodestra.
E l’Apostolico, peraltro, ne avrebbe fornito di materiale per imbastire un procedimento disciplinare ed investire il CSM, viste le sue forme di partecipazione politica che chiaramente non si confanno al ruolo che riveste.
Nordio latita
A riguardo, diversi parlamentari hanno interrogato il Ministro della Giustizia sulla necessità di prendere provvedimenti.
Ma Nordio, inspiegabilmente, latita.
Ad ora, infatti, si è limitato a preannunciare un accesso ispettivo presso l’ufficio del Giudice catanese, mentre all’orizzonte non si vede alcun accenno al promovimento di un procedimento disciplinare; cosa che, invece, rientra regolarmente tra le prerogative del Guardasigilli.
Perché questo comportamento? Perché, da un lato, si invocano le dimissioni dell’Apostolico e, dall’altro, lo stesso governo non muove concretamente un dito per osteggiarla?
Probabilmente, consapevole della propria inerzia ed incompetenza proverbiali, la Meloni non vuole inimicarsi la magistratura, né iniziare una guerra che sa di perdere sin dalla partenza.
Ulteriore segnale della debolezza, nonché dell’inadeguatezza di questo governo, che si spera si tolga di torno prima possibile.
Giustino D’Uva