Giustizia alterna
Salvini ha visto iniziare il suo processo e la pubblica accusa lo ha quasi dipinto come un criminale di guerra e una persona in cerca solo di titoli propagandistici al fine di aumentare il suo egocentrismo.
La Open Arms ha evidentemente cercato l’incidente politico, rifiutando i vari porti sicuri e puntando l’Italia per fare poi le vittime. Credo che in nessuna parte del mondo un ministro dell’interno venga indagato per sequestro di persona perché’ ha cercato di fermare l’immigrazione clandestina.
Per contro invece una Carola Rackete che sperona una motovedetta della guardia di finanza viene incensata ed elevata a paladina dei più deboli contro l’orco cattivo e, per i suoi meriti , siede ora nel parlamento europeo assieme alla sua degna comare Salis che canticchiando la vecchia canzone di Rita pavone ” datemi un martello”, dopo essere finita in galera, è stata premiata con un bel posticino da 20 mila euro al mese. Inoltre, la maestra dispensa ogni giorno pillole di idiozia politica farneticanti.
Auriemma e Palamara
Dopo una piccola premessa è doveroso tornare su un vecchio scambio di idee tra il magistrato Auriemma e l’allora capo dell’Associazione Nazionale Magistrati Palamara che certifica per bene il clima avvelenato di taluni procuratori da sempre avversi a governi democraticamente eletti.
Non ricordo se si parlasse della nave Diciotti o della Open Arms ma le parole sono esemplificative.
Auriemma: ” mi spiace dover dire che non vedo dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’interno interviene perché’ questo non avvenga.”
Palamara: ” hai ragione. Ma ora bisogna attaccarlo”
Già questo la dice lunga chi ci fosse dietro la longa manus che confezionava il pacchetto contro Salvini. Estratto da “il sistema” libro in cui Sallusti intervista luca Palamara.
Parto sempre da un presupposto: queste interferenze della magistratura nella politica non sono fatte a mio avviso per un senso di giustizia ma solo perché pilotate da chi ha perso il potere e che solo con le inchieste giudiziarie spera di delegittimare i propri avversari politici per tornare in sella.
Un po di storia
Se andiamo indietro nel tempo ci sono stati episodi ben più gravi con indicibili sofferenze per chi cercava di sbarcare con la commissione di reati conclamati eppure nessuna procura ha aperto inchieste contro la classe politica all’epoca in auge.
8 agosto 1991. La nave mercantile Vlora arriva da Durazzo in Puglia con ventimila albanesi a bordo. Non appena scesi questi poveracci furono rinchiusi dentro lo stadio di Bari in condizioni igienico sanitarie da terzo mondo, con scarso cibo e poca acqua e ovviamente costretti a non poter uscire.
Pochi giorni dopo vengono quasi tutti (qualcuno riuscì a fuggire) rimpatriati con aerei e traghetti. Se questo non è sequestro di persona mi spieghi qualcuno cos’è.
Governo di allora: l’intoccabile Andreotti (da buon democristiano predicava umanità verso il prossimo) ministro dell’interno Scotti e Presidente della Repubblica Cossiga.
Prodi e il Blocco navale
Marzo 1997 il Governo Prodi, con Giorgio Napolitano ministro dell’interno, fu il primo a sperimentare una sorta di blocco navale gli sbarchi dall’ Albania, che stavano aumentando in modo eccessivo.
Oltretutto quei galantuomini dei DS precursori del PD si misero d’ accordo, con un personaggino squisito come Berisha, per il blocco navale, inaugurato senza l’assenso del parlamento.
Blocca qui, respingi un natante lì e, nell’opera di dissuasione e respingimento, il 28 marzo 1997 la nave militare Sibilla sperona la carretta del mare albanese kater i Rades, affondandola.
Risultato più di cento morti tra cui molte donne e bambini. Naturalmente venne aperta un’inchiesta dove 8 anni dopo a finire con il culetto a mollo furono il comandante della Sibilla (4 anni) e il ministro della difesa Andreatta ( 3 anni) quando invece la responsabilità politica era in carica a Giorgio Napolitano che, con il decreto d’ emergenza e le espulsioni, aveva messo in moto il meccanismo del blocco navale.
Anche qui però il duo Prodi Napolitano, amici degli amici, uscirono lindi e puliti.
Pagano sempre le ultime ruote del carro.
Ultima analisi di quanto parte della magistratura sia indirizzata a sinistra e forse anche oltre.
Qualche mese orsono il governatore Toti viene colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari per corruzione ed altri reati. Non commento il fatto perché’ non conosco le carte ma gli avvocati chiedono la liberazione del loro assistito. No! è la risposta dei magistrati perché’ potrebbe inquinare le prove qualora libero.
2 settembre 2024. Caso dossieraggio sui politici e personaggi legati alla destra. Il PM Cantone chiede l’arresto del tenente GdF Striano e del l’ex sostituto procuratore antimafia Laudati ma il gip dice sì che vi sono indizi gravi ma non sussiste il rischio di inquinamento delle prove. Ma come? Striano, per procurarsi dossier ed elementi da passare poi ai giornalisti del Domani, poteva contare su una rete di informatori e di collaboratori tecnici e non vi è pericolo di inquinamento delle prove?
Viene da domandarsi se non venga lasciato libero proprio per quello, per far sparire elementi, prove e tracce di chi gli aveva commissionato l’opera di spionaggio.
Toghe rosse contro
Naturalmente contro il PM Cantone si è scatenato il fuoco incrociato delle toghe rosse. L’intercettazione del 16 marzo tra Striano e il giornalista del fatto quotidiano Antonio massari la dice lunga. Dopo l’intervista della Verità a Striano si scatena il putiferio.
Nel corso di messaggi whattsapp lo Striano scrive “devo fare attenzione a non dire neanche una parola. Mi fu detto qualche giorno fa …Pasquale guarda, c’è magistratura democratica contro Cantone “
Che strano, qualcuno gli aveva consigliato di stare buono perché’ le toghe rosse avrebbero alzato le barricate contro Cantone. Magistratura democratica è la corrente a cui appartiene Cantone. Pensate che bel verminaio. Cercano di insabbiare una inchiesta che coinvolge servitori dello stato intenti a lavorare contro lo stato, e che hanno spiato politici del centrodestra ma mai del PD.
Ora Cantone si è rivolto al tribunale del riesame per chiedere gli arresti dello Striano, negati dal gip.
Cantone, infatti, contesta la decisione del gip e motiva in maniera esaustiva la sua richiesta. Film già visto: le leggi per gli amici si interpretano, per gli altri si applicano
Maurice Garin
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