GMG 2023: gioventù cristiana in marcia pt.1

GMG 2023: gioventù cristiana in marcia pt.1GMG 2023: gioventù cristiana in marcia pt.1 – Pubblichiamo in due parti il reportage del “Megafono cattolico” sulla GMG 2023 che si è tenuta nell’estate 2023 in Portogallo

La Giornata Mondiale della Gioventù: una continua ribellione al mondo moderno.

Dedico questo pezzo al fratello Luca Re Sartù, morto di malattia al ritorno in Italia dalla GMG

Lunedì 7 agosto sono tornato da Lisbona dopo 2 settimane di GMG in giro per il Portogallo. È stata l’esperienza più faticosa, probante e spartana della mia vita.

Eppure, non ho mai vissuto niente di neanche lontanamente simile come fascino. In tutta la mia vita.

Andare in un pellegrinaggio di giovani cattolici è come partire dal mondo ateo, distopico e nichilista che ti circonda e atterrare su un pianeta totalmente diverso.

Oggi proverò a raccontarvi le differenze tra questi due mondi.

E vi spiegherò perché la GMG è uno dei più grandi atti di ribellione contro la nostra società.

Il 25 luglio 2023, nel cuore della notte, sono partito dalla mia piccola città di provincia con altri 86 ragazzi alla volta del Portogallo dove si sarebbero svolte le due settimane di piena immersione nell’esperienza “giemmeggina”.

La prima tappa prevista era Burgos, una piccola città nel cuore della Castiglia.

Ci arrivammo dopo un viaggio lunghissimo di diciotto ore fatto di sonnellini strappati nella notte sui sedili del pullman, colazioni e pranzi al sacco veloci in qualche area di sosta del Sud della Francia e tante tante pause per sgranchire le gambe.

La vita comunitaria

Sembrerebbe un’odissea infinita e insopportabile.

E forse lo sarebbe in qualunque altro contesto.

Ma non lì. Ed è questa la prima rivoluzionaria novità della GMG rispetto al mondo ateo: il senso pervasivo e contagioso di comunione fraterna.

Rispetto alla nostra società (e in particolare nella nostra generazione) così ammalata di solitudine, lì, su quel pullman, non ti senti solo. Mai.

Lì discuti, scherzi, canti e ti diverti con tutti. Non ci sono gruppi o divisioni. Non ci sono amici e sconosciuti.

Ci si sente Fratelli e sorelle davvero. Fratelli e sorelle in Cristo.

Mentre nel mondo ateo che ci circonda puoi fare ore di viaggio in silenzio guardando fuori dal finestrino, lì trovi un’amica che si siede vicino a te e ti chiede sorridendo: “Mi racconti della tua malattia? Ti conosco e vorrei esserti amica ma non so niente dei tuoi momenti bui.” Così. Una dose di umanità in faccia senza alcun preavviso.

Questo spirito Comunitario pervade tutto il Pellegrinaggio e non solo ti fa superare felice tutte le fatiche ma è un vero e proprio gesto di rottura rispetto all’Individualismo imperante della società secolarizzata.

A Burgos si dorme per terra. In una palestra scolastica di un quartiere popolare. Con 6 docce in 90.

Anzi in 140 perché intanto si aggiungono pure 50 fratelli di Poitiers.

E, per ricordare quella località leggendaria tanto cara al Cristianesimo, si stringe un bel gemellaggio Aosta-Poitiers! Si celebra la Santa Messa nel cortile della Scuola e ci si divide un po’ tra italiano e francese. Per coinvolgere tutti e unire i popoli. Da buoni Cattolici.

Perché “Cattolico” viene dal greco…e vuol dire “universale”.

La semplicità dell’essenziale

Dicevo:140 ragazzi alloggiati in un bivacco di sacchi a pelo all’interno di una umile palestra.

E qui arriva la seconda “ribellione” al mondo moderno: la Semplicità dell’Essenziale.

Un materassino, un sacco a pelo, un cuscino gonfiabile e il libretto delle Preghiere per dire Compieta prima di dormire. Stop. Pochissimi confort. Nessuna distrazione. Ne Youtube, ne Spotify, ne Facebook.

Preghi, bevi, dormi.

Poi, se sei poeta (come il sottoscritto), durante la notte scrivi una poesia stupenda su quello che stai vivendo. E quando il brusio dei Social e della Rete tace senti la vita in modo diverso.

La ascolti davvero e cogli ciò che è davvero importante (e che di solito, per via del famoso brusio, ti sfugge).

È come quando vai in montagna e, lontano dall’inquinamento luminoso della città, vedi per la prima volta il cielo pieno di stelle.

Tornare all’essenziale

Lo so. Lo so. Sembra un discorso da vecchio boomer mentre io ho 26 anni compiuti da poco. Ma è vero.

In un’esperienza cattolica infili i post in mezzo alle esperienze invece nel mondo ateo, troppo spesso, infili le esperienze in mezzo ai post.

Dopo la notte campale a Burgos e una veloce puntata alla (bellissima) cattedrale locale si riparte. Direzione Aveiro in Portogallo. Altre 7 ore di viaggio. Siamo tutti stanchi e un po’ “rotti” dalla notte sul pavimento. Ma bastano un paio di chitarre e qualche canzone di Battisti ed ecco ristabilita l’allegria.

Arrivati a Murtosa (provincia di Aveiro) veniamo accolti dalle famiglie della Diocesi e veniamo smistati nelle nostre famiglie ospitanti.

L’accoglienza, il calore e l’affetto famigliare che è capace di esprimerti il popolo portoghese sono ritrovabili in pochissimi luoghi al mondo.

Lì, gli anziani padroni di casa che ti accolgono ti chiamano “Meu filho” (figlio mio) e gli amici maschi con cui stringi un legame inizieranno ben presto a chiamarti “Irmão” (fratello).

Il popolo lusitano adora la vita: beve, mangia e balla abbondantemente, sempre in comunione e compagnia. Sembra ricordare costantemente ad ogni visitatore che vivere in Cristo è gioia.

E la GMG non è solo fatica e devozione, ma anche gioia, risate, goliardia, balli collettivi e concerti serali.

Lo scrivo perché ci tengo a far capire a una certa parte (consistente) della mia generazione che avere ideali Cattolici e condurre una vita spirituale intensa non significa rinunciare alla gioia, allo svago e al divertimento legittimo che si deve sperimentare alla nostra età.

La devozione dei portoghesi

È solo che non si vive consacrati al divertimento e all’Edonismo imperante.

Portoghesi “gente allegra” dunque.

Sì, è vero.

Ma non pensiate che essi siano persone leggere: il Cattolicesimo e l’orgoglio Patrio sono i due valori che permeano ogni cosa di quel piccolo paese.

E su questi due aspetti il Portoghese medio non scherza. Mai.

Si ride, si canta e si sta in allegria.

Ma quando è il momento di recarsi alla Santa Messa o di parlare con orgoglio a uno straniero della Patria si ripongono le chitarre e si fa sul serio.

Su quasi tutte le case di Murtosa (la cittadina in provincia di Aveiro in cui ho passato la prima settimana) si può trovare un’immagine, un quadretto o una nicchia con su raffigurati il Cristo, la Vergine o Sant’Antonio da Padova (che nacque in Portogallo e che qui è chiamato esclusivamente Sant’Antonio de Lisboa).

Un raduno mondiale

Quindi tanta gioia e tanta comunità affiancata a una florida e ricca attività religiosa: una Santa Messa al giorno, nelle splendide e decoratissime Chiese Portoghesi, e la giornata scandita dalla recita delle Lodi.

Il 30 luglio tutti i pellegrini, provenienti dai 4 angoli del mondo, che erano presenti nella provincia di Aveiro, si riunirono in città per la Messa di Commiato: eravamo circa 5.000 e v’erano bandiere di ogni nazione.

Ma quelle che mi commosse di più vedere furono quelle dei fratelli cubani che, nonostante il regime castrista che strangola il loro paese da oltre 60 anni, si erano presentati lì dall’altra parte dell’Oceano.

Ma anche l’unica bandiera dell’unico pellegrino venuto in rappresentanza dei 500 cattolici del Turkmenistan, un piccolo paese perso nella steppa asiatica a quasi totale maggioranza musulmana.

“Nel mio paese nessuno ci odia. Però…ci guardano con diffidenza. Ci considerano dei “matti”. Non è facile. Ma senza Cristo non sapremmo dove andare”. Ci dice in uno stentato inglese.

Il 31 luglio lasciamo Aveiro tra abbracci e lacrime sia di chi resta sia di chi parte e ci siamo diretti verso il Santuario di Nostra Signora di Fatima.

Il Megafono Cattolico