France soumise – Francia sottomessa

France soumise - Francia sottomessa
France soumise – Francia sottomessa

La parola democrazia deriva dal greco demos (popolo) e kratos (potere) quindi, a rigor di logica, dovrebbe significare il rispetto della volontà del popolo.

Invece in questa Europa sempre più burocratizzata ed emanante leggi a dir poco farneticanti, è proprio la volontà popolare a non essere considerata.

Nonostante le ultime indicazioni di voto europee siano state chiare, le forze del potere burocratico politico hanno fatto spallucce, riproponendo la solita minestra.

Peggio ancora in Francia dove per evitare che il Rassemblement National possa andare al governo, l’ormai piccolo Macron, ex manager di Rothschild (il massimo del potere) si è alleato con Melenchon (France Insoumise) leader della sinistra radicale, da sempre suo nemico giurato.

Il bello di tutto ciò è che Macron ha già detto che comunque vadano le elezioni al secondo turno, non governerà mai con Melenchon.

Quindi, basta fare fronte comune per non far eleggere chi il popolo ha indicato come suo referente, complimenti.

Che Macron sia all’angolo è chiaro, ma un’occhiata a chi sia Melenchon è bene darla.

La sinistra di Melanchon

Durante i suoi cortei della galassia estremista di sinistra al grido “un poliziotto morto è un voto in meno a Le Pen“, motto dal quale non si è mai dissociato, anche se accetta ben volentieri la scorta della omologa francese della DIGOS.

Nei suoi programmi elettorali spicca appunto il tema di disarmare in parte la polizia, in un paese che ogni giorno conta oltre un centinaio di accoltellamenti soprattutto nelle banlieue è tutto dire.

Ma proprio qui sta l’escamotage diabolico di Melenchon e del suo mucchio selvaggio.

La sinistra, in Francia come in Italia e un po’ ovunque, ha ormai perso la fascia di elettori che prima difendeva.

I lavoratori non sanno votare dicono, si sono spostati a destra (chiedersi il perché mai) e allora bisogna rivolgersi ai giovanissimi e in particolare alle generazioni degli immigrati di seconda, terza e quarta generazione almeno in Francia.

È ormai lampante che nella nazione transalpina interi quartieri sono in mano alle comunità islamiche e alla delinquenza da essa derivante.

La rabbia delle giovani generazioni di origine nordafricana e africana è palpabile ed è già esplosa in passato.

La minaccia

Quindi Melenchon, cavalcando il malcontento e la rabbia che cova in questa fetta della popolazione ha subdolamente lanciato un allarme: fate attenzione a chi votate, perché’ se vincono la Le Pen e Bardella avrete il rischio di gravi disordini se non una guerra civile.

Lo stesso allarme lo ha lanciato il professor Orsini, studioso di terrorismo, che teme che le banlieue possano deflagrare in proteste violente qualora vincesse il R.N.

D’ altronde per Melenchon and company Hamas non è un movimento terrorista, ma di resistenza legittima.

La battaglia si svolgerà in parlamento, tuonano Macron, Melenchon e tutti coloro che sono stati chiamati alla desistenza.

Ha detto bene l’altra sera il professor Cacciari: se la sinistra sa solo andare contro senza proporre nulla, tanto vale provare Le Pen e soci.

Il messaggio di tutto ciò è terribile e dovrebbe far riflettere: le sorti politiche di un paese non sono più delegate agli elettori ma a bande temute per la violenza che potrebbero scatenare.

Gruppi e organizzazioni che per anni sono state cullate, giustificate e gratificate in nome di un’integrazione che è chiaro non solo ha fallito ma è stata de facto rifiutata da chi doveva accettarla.

Stessa sorte toccherà a tutti i paesi europei.

Francia sottomessa, soumise appunto, in un Europa sottomessa.

Maurice Garin

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