Sesta edizione delle colonie Evita Peron – Anche quest’anno, per il sesto consecutivo, le colonie di Evita Perón si svolgeranno dal 13 al 20 agosto, nell’entroterra romagnolo.
Ma come e perché nascono le colonie?
Lo abbiamo chiesto a Desideria Raggi, presidente dell’associazione Evità Peròn.
La prima cosa che rispondiamo a chi ci pone questa domanda è quella di dimenticarsi per un attimo dei centri ricreativi estivi, nulla di tutto ciò che viene svolto durante la settimana delle colonie si può paragonare ai CREST perché anche il più semplice gioco che viene fatto, ha l’obiettivo di insegnare.
Insegnare cosa?
Insegnare loro a camminare a testa alta per la loro strada avendo gli strumenti adatti per poter superare ogni difficoltà che potrebbe ostacolare il loro percorso. La priorità delle colonie è quella di restituire l’innocenza della loro età derubata dai fautori dell’ideologia gender.
Un’ideologia che, infatti, è sempre più galoppante a partire dalle scuole materne.
Le tabooteche bolognesi
Come successo, ad esempio, nel novembre scorso, quando a Bologna è nata la “Tabooteca”: uno spazio pubblico il cui obiettivo è di sfatare i tabù, spiegando la sessualità ai più piccoli attraverso il gioco.
Ovviamente senza tralasciare l’identità di genere e l’ideologia gender e dove i giochi sono visti come strumenti educativi.
Basti pensare a Frida, un peluche di stoffa rosa e fucsia, a forma di vulva, per insegnare alle bambine sin da piccole come sono fatte.
I campi estivi LGBT
E a proposito di colonie estive sono da ricordare i campi estivi, nati negli Stati Uniti, diretti ad accogliere appositamente bambini e ragazzi “LGBT” e le loro relative famiglie per una o due settimane.
Le fasce d’età normalmente sono dai 6 ai 18 anni. “La missione di Camp Brave Trails è aiutare i giovani LGBTQ+ a trovare il loro posto e le loro passioni. I campeggiatori entrano in contatto con adulti LGBTQ+ che li sostengono, stringono amicizie per tutta la vita e si divertono come matti!”
È questo che si legge sul sito web di uno di questi campi, Camp Brave Trails, che si vanta di aver accolto ragazzi provenienti da più di 30 stati.
Concludendo l’annuncio riportando” un grande vantaggio” per gli ospiti, ossia avere cabine e i bagni genderless.
Una missione che è lontana anni luce da quella delle colonie estive di Evita Perón, la cui priorità, infatti, è quella di far rinascere “la voglia di conoscere, di sapere, di imparare: di crescere ragazzi curiosi ed attenti, critici e preparati verso il futuro”.
La riscoperta della natura
Ma tra gli obiettivi di queste colonie c’è anche la riscoperta del contatto con la natura, ben diverso da quello visto con gli “ecologisti” noti per i loro atti vandalici in città d’arte e musei.
Una relazione che si instaura tra giochi e attività formative.
Otto giorni di confronto tra adulti e ragazzi; iniziando ogni mattina con l’alza bandiera al canto dell’inno nazionale e concludendo con l’organizzazione di una recita.
“I protagonisti delle colonie sono loro, i bambini; protagonisti sì ma anche parte attiva nello svolgimento delle attività più semplici per la convivenza civile tra più persone. Non solo gli educatori hanno un ruolo di responsabilità, ma anche i bambini e i ragazzi stessi, nei confronti di tutti”.
È questo lo spirito dominante di queste colonie.
Un’esperienza in cui verranno affrontati temi diversificati per età dei partecipanti.
Quest’anno coi più grandi si affronteranno tematiche d’attualità mentre ai più piccoli, verrà insegnato il valore della vita. “Le nostre parole d’ordine sono: divertimento, esperienza, responsabilizzazione e formazione Queste sono le colonie Evita Perón”.
Nemes Sicari