Solidarietà ai ragazzi di Do.Ra – Il regime democratico imbavaglia il dissenso. Sin dagli anni ’70 del secolo scorso, la magistratura ha emesso ordini di scioglimento, arresto, sentenze e condanne nei riguardi di movimenti ed esponenti politici dell’estrema destra italiana.
Magistratura ignorante
Il primo processo alle idee raggiunge il Movimento Politico Ordine Nuovo. Una vera e propria epurazione ideologica, nonostante la memoria difensiva redatta da Clemente Graziani, in cui veniva messo nero su bianco, punto per punto, la sostanziale differenza fra Ordine Nuovo e il Partito Fascista.
Una lunga tradizione liberticida
Differenza sostanziale che non è bastata a ribattere contro l’accusa di violazione della famigerata quanto inutile Legge Scelba: Ordine Nuovo doveva essere sciolto. Così fu, in una prima fase, gettando discredito e sangue sul nome Ordine Nuovo, con la costruita e infamante accusa di aver piazzato l’ordigno assassino alla Banca del lavoro in Piazza Fontana a Milano, poi con il processo montato ad arte dalla magistratura, eseguito con solerzia su fervente desiderio della politica, in particolare, del Ministro dell’Interno Taviani.
Lo scioglimento eccellente
“Apologia del Fascismo” e “Ricostituzione del Partito Fascista”: le accuse furono queste e per questo Ordine Nuovo fu sciolto il 23 novembre 1973. Un’assurdità corredata con tutti i sacri crismi democratici che è arrivata fino ai giorni nostri, perpetrata da una serie di governi antinazionali e asserviti, che hanno temuto e temono l’idea e l’ideale più che l’azione pacifica o violenta che sia.
Nessuna restaurazione
Nessun movimento politico dal 1945 ad oggi ha mai avuto la pretesa – per altro assurda – di ricostituire il Partito Fascista, vera motivazione che fa tremare le terga sugli scranni. Nostro dovere è rammentare a giudici e magistrati che ad oggi viviamo negli anni ’20 del XXI secolo e che talune dinamiche politiche del secolo scorso non sono ripetibili per ovvii motivi.
Solidarietà a Do.Ra
Sulla base di questa nostra nota, monitorando gli eventi di attualità politica, siamo pienamente solidali con Alessandro Limido e la Comunità Militante dei Do.Ra. finiti nel calderone della magistratura – dopo la prima totale assoluzione in un clima – non nuovo purtroppo – che ha l’amaro sapore della persecuzione, con l’accusa – a carico di Alessandro – di apologia del Fascismo, un reato che non ha ragione d’esistere, mentre esiste, invece, il reato di espressione di un’idea e di un ideale differenti da ciò che impone il regime, garante – solo a parole – della libertà di pensiero ed espressione.
Cristian Borghetti