Chi è il responsabile di questa pericolosa sarabanda politica, sociale, economica e morale nella quale siamo immersi?
Evito ti esternare la mia avversione per quei movimenti di pensiero ritenuti innovatori i quali, partendo dal neopaganesimo rinascimentale, sono arrivati a noi passando via via per l’eresia protestante, l’illuminismo, l’idealismo tedesco, il comunismo, il nazismo, e mi fermo al ’45 che segna l’avvio di un nuovo ordine mondiale.
Salto addirittura a piè pari il periodo che dal ’63 va al 1989 marcato da tre funeree iatture: 1) il Concilio Vaticano II che ha sottratto alla Chiesa il primato morale; 2) il ’68 che di cultura e tradizione ha fatto strame; 3) la crisi di Sigonella del 1985 in seguito alla quale gli USA han deciso di fermare un’Italia che troppo velocemente si era ripresa dal disastro della II Guerra Mondiale e che si era presa troppe libertà, fino a giungere al delitto di lesa maestà nei confronti di Reagan e Kissinger.
Gli anni 2000
Ed ecco che atterro nel 2000, periodo marcato da quella ciofeca di moneta che è l’euro e da quell’inverecondo baraccone che è la UE, in cui avviene il definitivo consolidamento di quell’ordine mondiale, riaffermato per noi dopo Sigonella, basato su un servilismo rinnovato e che ha del demenziale perché non si è mai vista una popolazione, come quella italiana ed europea, così giulivamente sottomessa ai suoi padroni i quali non han più nessuna remora ad imporre la propria volontà essendo convinti, da quei sicofanti dei nostri politici, che la loro volontà corrisponda esattamente alla nostra.
Ergo, la colpa di tutto ciò che è avvenuto dal 1985 in poi e che ha visto un’accelerazione del nostro decadimento da «Pow» (Prisoner of War,) a schiavi giulivi di altrui volontà, è di una generazione di nostri politici infedeli alla nostra cultura e tradizione i quali, a differenza di quelli della prima repubblica, non han saputo (o voluto) arginare l’ingerenza di chi da 80 anni continuiamo ad esaltare come «i nostri liberatori», in pratica una sindrome di Stoccolma autoalimentata ed elevata al cubo.
Estranei Signori
Dal 2000 siamo vessati da una classe politica indecente per moralità, sottomessa a una camarilla di finanzieri, editori e giornalisti, opinion maker e affaristi, filosofi e psicologi che spianano la strada a quegli «estranei signori» di manzoniana memoria, i quali ci impongono ritmi, modi, visioni di vita che non ci appartengono e che ci azzerano come genia.
Dal 2000 il panorama politico italiano è caratterizzato da una bassezza che ci svergogna e che è strumentale al mantenimento di quell’ordine non italiano, non cristiano (direi anticristiano) e che prevede quella iattura da sempre avversata da una Chiesa che era (e adesso non è più) Mater et Magistra: lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Purtroppo, una destra che stenta a dichiararsi Destra per paura di essere chiamata fascista, e una sinistra che non ha nulla da dire di sostanziale e quel poco che le esce dalla bocca lo dice anche in maniera sgangherata, stanno riducendo l’Italia a una barzelletta tanto cara ai nostri « liberatori » interessati a spolpare quello che i Segni, i Fanfani, i Moro, gli Andreotti, i Craxi, i Cossiga, , i Rumor e persino i Leone e, anche i Nenni (politici normali ma giganti se paragonati a questi qua), erano riusciti a lucrare a favore della Patria dal ’46 al ‘94 (grazie anche un furbesco modo di agire… ma quando si è Pow, tutto quel che si può arraffare al carceriere è benvenuto).
La maggioranza silenziosa
Dal 2000 inoltrato, le cose stavano ormai procedendo secondo i piani orditi da oltreoceano e oltremanica con l’impegno dei nostrani galoppini di destra e sinistra, però ecco che nel giro di qualche anno la maggioranza silenziosa degli italiani dabbene ha preso a votare facendo capire alla sinistra che aveva perso consenso orientando il voto verso una destra che dava l’impressione di esserla.
E, proprio nel momento in cui quella destra titubava perché accusata di populismo e sovranismo, e razzismo e… ça va sans dire: fascismo, ecco arrivare quel rompiscatole di un Generale il quale incedendo, volutamente, come un elefante in una cristalleria (di paccottiglia), ha cominciato a scompaginare quel panorama politico ideato nel ’46, formatosi tra il ‘60 e il ‘94, consolidatosi nel 2000, voluto da oltreoceano e oltremanica, tanto caro a troppa destra che rinuncerebbe volentieri alla fiamma, e più caro ancora alla sinistra, rappresentata non più dal rosso (colore dell’entusiasmo) ma dai colori di uno slavato arcobaleno che ben rappresentano il tenore dei pensieri di quel movimento.
Arriva chi fa saltare il banco
Ben venga quindi quello scompaginamento prodotto da Vannacci, quando il banco bara oltre il dovuto, e dal 2000 quel banco ci ha ridotto praticamente in mutande quanto a soldi, identità e morale, è bene che qualcuno quel banco lo mandi gambe all’aria.
Se vogliamo sopravvivere come italiani, quel banco deve essere rovesciato perché si è andati oltre ogni limite dell’accettabile quanto a sopruso morale, etico, identitario, economico e sociale, ma purtroppo, quella parte di destra che destra non è, pur di mantenerlo in equilibrio, strizza l’occhio a una sinistra che ha smesso di essere sinistra (almeno quella sinistra che conoscevamo e che in teoria si era arrogata l’onere di difendere i proletari), ed entrambe han dato l’avvio a quei giochetti sporchi da sicofanti ricicciando fuori ad ogni piè sospinto immigrati clandestini e pericolo del fascismo.
Le due priorità di quella banda di sciamannati di destra («a Dio spiacenti e a li nimici sui») e di sinistra (spiacenti a Dio per averne decretato la morte) sono, una volta lo «ius soli/scholae», e un’altra il pericolo del fascismo e spesso tutt’e due assieme.
lI senso della Patria
Il primo perché così aggrediscono, come inverecondi sieri, uno dei principali anticorpi contro il disfacimento identitario: il senso della Patria.
Il secondo, per ravvivare quella sindrome di Stoccolma che va pian piano perdendo mordente… con il pericolo del fascismo essi alimentano un fantasma, intendendo per fantasma non il fantasticare, bensì quella produzione dell’immaginario che permette all’«IO» di sottrarsi alla morsa della realtà… in pratica una allucinazione da drogati.
Facciamo quadrato intorno a chi ha avuto il coraggio di difendere i suoi uomini contro i trucchi di imbroglioni seduti a un tavolo del Ministero della Difesa (mi riferisco alla questione uranio impoverito).
Facciamo quadrato intorno a chi si sta apprestando a ribaltare un tavolo ben più importante, il tavolo da gioco di quel saloon che è l’UE e orientiamoci a difendere quel patriota dagli sgherri di quei bari.
Ogni Pow ha il dovere morale di non collaborare col nemico che lo ha fatto prigioniero e quello materiale di evadere appena gli si presenta l’occasione… ribaltare quel tavolo è l’occasione.
Corrado Corradi
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